Maurice Chappaz, nato nel 1916 a Losanna e morto a Martigny nel 2009, è da considerarsi la voce più importante della letteratura della Svizzera Romanda. L’autore vallesano imboccò da giovanissimo la strada della poesia senza trascurare il racconto, la forma epistolare, l’autobiografia, la traduzione (Teocrito, Virgilio). Grande viaggiatore e infaticabile camminatore, Chappaz seppe sempre trarre ispirazione dalle sue peregrinazioni per colli e ghiacciai, a cominciare dalle vie secolari dei Walser fra Svizzera ed Italia. Ma l’orizzonte di esplorazione del mondo e di sé lo portò dalla Costa d’Avorio al Libano, dalla Lapponia al Nepal. Il Tibet diventerà per lui la metafora più significativa di un Oriente personale, conosciuto ed esplorato sí, ma sempre ritrovato e ripensato nel suo Vallese natale.
Con Vallese-Tibet Tarara’ ha pubblicato nel 2000 la prima traduzione tout court di un libro di Chappaz in Italia, seguito da L’Alta Via (Tarara’ 2004) e da Il Vangelo secondo Giuda (Tarara’ 2010).
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